Due settimane fa abbiamo discusso di quanto sia importante conoscere le problematiche ricorrenti della piegatura della lamiera e abbiamo visto quali sono le prime due casistiche, ovvero le forature parziali e le preforature con diametro inferiore. Oggi ci occupiamo di approfondire ancora un poco il tema delle forature, introducendo i tagli di sfogo e finiremo parlando dell'utilizzo di matrici per piega tangenziale. Sei pronto? Tagli di sfogo Consiste nel prevedere un taglio in corrispondenza della linea di piega che consenta la piegatura del lembo fino all’apice della scantonatura. Il taglio può essere successivamente ripristinato mediante saldatura oppure lasciato aperto a seconda dell’utilizzo finale del pezzo. Anche questo metodo, dove consentito, garantisce risultati assolutamente di rilievo. Consiste nel praticare dei tratti tagliati o delle vere e proprie finestrelle che interrompono la linea di piega in corrispondenza dei fori. In presenza di uno spessore elevato, i tagli semplici provocano delle lacerazioni sulle estremità dell’interruzione della linea di piega. Questo fenomeno può non rappresentare un problema, a maggior ragione se è previsto il ripristino del raggio esterno tramite saldatura e molatura. Tuttavia, in presenza di elementi soggetti a fatica e carichi elevati, è consigliabile operare in maniera diversa, ad esempio come in questa immagine, dove, grazie a un taglio a forma di H, si evitano del tutto le lacerazioni e potenziali inneschi di cricche. Riduzioni della larghezza della matrice La riduzione della larghezza della matrice è una tecnica che trova la sua migliore applicazione quando è prevista già in ufficio tecnico. In fase di disegno o progettazione, se vi sono le conoscenze adeguate, è già possibile capire se la deformazione dei fori può essere evitata con questo sistema e se l’officina dispone dell’attrezzaggio adatto allo scopo. In caso affermativo l’ufficio tecnico dovrà necessariamente generare uno sviluppo adatto alla nuova condizione. Ciò significa anche che è buona regola dichiarare sul disegno qual è la matrice da utilizzare in produzione per ottenere il pezzo corretto. Ridurre la larghezza di una matrice, come già descritto, provoca nella lamiera un raggio di piegatura più ridotto con la conseguenza di ottenere un pezzo dalle dimensioni finite più contenute rispetto a quanto desiderato. Cambio della modalità di piegatura Come già trattato in questo volume, esistono tre modalità di piegatura, ognuna con le proprie peculiarità: piegatura” in aria”, “a fondo matrice” e “coniatura”. In base a quale modalità viene adottata, si ha come effetto una differente costanza nella sagoma dei fori durante la piegatura. Lavorando “in aria”, infatti, la lamiera è totalmente libera e in sospensione sulla matrice e questo approccio risulta la condizione meno favorevole per preservare i fori dalla deformazione. Per questo è più indicato l’utilizzo di una omologa matrice a 88° per modalità a “fondo cava”. In questo caso le facce interne della matrice, entrando in contatto con la lamiera, ribadiscono le deformazioni riportando i fori alla forma iniziale. Se viene richiesta una precisione elevata è bene prevedere l’uso di questa tecnica già in fase di determinazione dello sviluppo di un pezzo. Utilizzo di matrici per piega tangenziale Ormai da diversi anni sono proposte sul mercato delle particolari matrici dotate di semi-rulli fresati e alloggiati su apposite sedi. La posizione dei suddetti rulli è mantenuta grazie a delle molle che ne permettono il movimento e il ritorno alla posizione iniziale orizzontale. Le matrici per piega tangenziale o “oscillanti” presentano molti vantaggi a fronte di un costo di acquisto piuttosto elevato e una larghezza più ampia delle matrici tradizionali che rende più complessa la realizzazione di pieghe a “Z” ravvicinate. Nel prossimo articolo completeremo il tema delle problematiche più comuni parlando dei riccioli di sfogo. Se non l'hai ancora fatto, ti consigliamo di iscriverti alla newsletter VICLA! È la prima volta che leggi questo blog? Scarica il nostro manuale di pressopiegatura e iscrivi alla newsletter!
All’interno di una carpenteria, la piegatura della lamiera rappresenta spesso il collo di bottiglia dell’intero processo produttivo, perché la lamiera, che è un materiale vivo, può assumere infinite forme e dimensioni e questo, talvolta, è causa di problematiche poco conosciute e complesse da risolvere. C’è da dire che, talvolta, i problemi non nascono davanti alla macchina, ma molto spesso sono causati da un errore a monte nell’ufficio tecnico. È per questo motivo che dovresti imparare a individuare subito le fonti di errore e correggerle già a monte, quando è ancora possibile intervenire sull’intero processo di piegatura. Quali sono le problematiche più ricorrenti in fase di piegatura della lamiera? Semplificando, possiamo distinguere tra due marco categorie: le forature e i riccioli di sfogo. Per ognuna esistono diversi approcci che puoi adottare per eliminare o limitare il problema. Ecco una sintesi di quello di cui parleremo: 1. Forature vicino alla linea di piega Forature parziali Preforature con diametro inferiore Tagli di sfogo Riduzione della larghezza della matrice Cambio della modalità di piegatura Utilizzo di matrici per piega tangenziale 2. Riccioli di sfogo Tagli di sfogo Cambi della modalità di piega Matrici per piega tangenziale Non basterebbe un libro per descrivere nel dettaglio ogni singolo punto e le possibilità di soluzione. Oggi ci limiteremo a parlare delle foratura della lamiera e di quali sono le prime due soluzioni che puoi adottare. Nelle prossime settimane approfondiremo gli altri aspetti. Forature vicino alla linea di piega Le forature nelle vicinanze della linea di piega sono una problematica estremamente frequente. La presenza di fori vicino all’asse di piega può creare una deformazione che modifica la forma e la posizione del foro. La soluzione migliore sarebbe senz’altro quella di evitare di progettare elementi in lamiera piegata con forature troppo a ridosso delle linee di piega. Tuttavia, qualora non avessi questa possibilità, esistono diverse strategie che possono essere adottate sia dall’ufficio tecnico dell’azienda che realizza fisicamente il pezzo, sia dagli operatori. Foratura parziale Utilizzata soprattutto in ambito di carpenteria pesante, la foratura parziale prevede un non completamento dell’intera sagoma del foro. Ciò permette di preservare una superficie utile ad essere sostenuta dalla matrice durante la deformazione con la conseguente stabilità della sagoma forata. Il foro verrà ultimato grazie ad una lavorazione ulteriore come, ad esempio, con un plasma a mano. Come si può immaginare questa tecnica trova il suo migliore impiego in presenza di spessori elevati e quantità ridotte di pezzi. Preforatura con diametro inferiore Tutto sommato simile alla foratura parziale, la preforatura con diametro inferiore prevede una foratura non completa della sagoma da asportare in fase di taglio. In questo caso si compie un foro dalle dimensioni ridotte e sufficienti a non far subire alcuna deformazione in piegatura. Il foro, che può essere anche molto piccolo (indicativamente sui 3mm per spessori da 1,5 a 5mm), verrà allargato successivamente alla fase di piegatura con un trapano servendosi dello stesso anche per foro di centraggio. A differenza della tecnica della foratura parziale, la preforatura con diametro inferiore è più rapida e indicata per spessori anche medio sottili e lotti mediamente numerosi. Nel prossimo articolo continueremo ad approfondire gli approcci che puoi utilizzare per gestire le forature vicine alle linee di piega. Se non l'hai ancora fatto, ti consigliamo di iscriverti alla newsletter VICLA! È la prima volta che leggi questo blog? Scarica il nostro manuale di pressopiegatura e iscrivi alla newsletter!
Industria 4.0, Fabbrica Digitale, Smart Manufacturing, Digital Production, Industrial Internet of Things, Smart Factory... la Quarta Rivoluzione Industriale è conosciuta con molti nomi ed è ormai diventata da tempo il punto principale sull'agenda di molte aziende. In Italia, a che punto siamo con l'adozione di tecnologie 4.0? Dalla recente indagine condotta da UCIMU emerge un Paese diviso in due: da una parte, ci sono le imprese innovative che iniziano a usare robot e macchine per tecnologie additive, mentre dall'altra ci sono realtà che non hanno investito per rinnovare il parco macchine e soffrono quindi di una grossa perdita di competitività. Una delle criticità emerse, riguarda il fatto che sono le aziende di grandi dimensioni a utilizzare e sfruttare di più gli incentivi promossi dal MISE. Sembra che, nonostante le misure mirate a sostegno di questa categoria, le piccole e medie imprese non le abbiano ancora sfruttate appieno. Uno dei punti da evidenziare, riguarda proprio il fatto che spesso le realtà più piccole hanno difficoltà a reperire la liquidità che le consentirebbe di investire e magari usufruire del piano Transizione 4.0 messo in campo dal Governo italiano. Il contesto di crisi nel quale da diversi anni le Piccole e Medie Imprese devono operare, spinge molti imprenditori ad investire solamente per integrare, migliorare o aggiornare gli strumenti e i macchinari già adottati. Un altro dato riguarda l'età media del parco macchine, che è di circa 14 e mezzo. E, se parliamo di piegatrici, la media è di quasi 15 anni. Macchine utensili vecchie, oltre a richiedere ore e ore di manutenzione e ricambi, e causare guasti e perdite continue, rappresentano un vero e proprio costo per l'azienda, la quale perde capacità competitiva rispetto ai concorrenti che si sono dotati di tecnologie più evolute. Fonte: www.ucimu.it È proprio qui che si gioca il vero beneficio dell'Industria 4.0. Attraverso le tecnologie Industry 4.0 è possibile risolvere uno dei problemi che affligge da sempre le imprese: la mancanza di integrazione, cioè di connessione tra le diverse aree dell’impresa, e tra fornitori e clienti. In una realtà che utilizza la tecnologia 4.0 puoi, ad esempio, conoscere in quale fase del processo di montaggio è un macchinario, oppure puoi informare automaticamente il reparto acquisti sul numero di pezzi rimanenti in magazzino, in modo tale da non rimanere mai senza scorte. Se sei una carpenteria metallica e hai una Software 4.0 per piegatrici collegata con l'ERP aziendale, puoi ottimizzare la produzione pianificando le lavorazioni in modo da sfruttare meglio i tempi. Se si parla di relazione con i clienti, puoi rimanere aggiornato sullo stato di salute del macchinario e fare manutenzione predittiva, evitando “fermo macchina” al cliente. Nel settore industriale, quindi, parlare di Fabbrica Digitale significa essere consapevoli di come gestire i flussi di lavoro e ottimizzare i processi produttivi per ridurre gli sprechi e aumentare la marginalità.
Spesso il reparto di piegatura è l'area meno efficiente di un'azienda produttiva, perché spesso è dove nascono le inefficienze che causano ritardi, spreco di materiale e perdita di produttività. Ciò avviene per una serie di motivi, da valutazioni errate nella scelta della macchina, ad una gestione inefficiente della zona lavoro, fino alla configurazione errata della macchina. A tal proposito, abbiamo scritto una guida esaustiva sulle principali componenti di una pressa piegatrice. Quando si adottano le giuste accortezze, tuttavia, il reparto di piegatura può diventare un esempio virtuoso di gestione del lavoro. Uno dei tanti aspetti sui quali si cerca di lavorare per migliorare la fase di piegatura della lamiera ruota attorno alla riduzione dei tempi di attrezzaggio degli utensili della pressa piegatrice. Infatti, l'attrezzaggio e la movimentazione dei materiali sono i due momenti in cui si nascondono la maggiore quantità di sprechi di tempo. Ecco perché ottimizzare entrambi le fasi, unita ad una gestione del lavoro ottimale come spiegato in questo articolo, risulta fondamentale per aumentare la produttività ed eliminare le fonti di spreco. Parlando di utensili per presse piegatrici, è importante valutare la tipologia di attrezzaggio e scegliere il sistema di bloccaggio più adatto alle tue esigenze. bloccaggi manuali; bloccaggi semi-automatici; bloccaggi pneumatici; bloccaggi idraulici; Tipologie di bloccaggio utensili: europeo vs americano Lo standard più diffuso è quello chiamato “europeo” con gli intermediari Promecam, in tutte le sue derivazioni e miglioramenti. Esistono intermediari Promecam con bloccaggio manuale, pneumatico, idraulico, attacco rapido, ecc. Questi intermediari fanno da “cuscinetto” tra gli utensili e il pestone e, solitamente, sono dotati di un cuneo posteriore con il quale se ne regola l’altezza, correggendo di fatto la chiusura degli angoli. Hanno spesso delle placchette che possono essere smontate per consentire l’installazione di utensili rovesci, se ve ne fosse bisogno. Gli utensili adatti a questo standard hanno una sagoma asimmetrica e una non coassialità tra la punta e la base. L’altro standard (in realtà ne racchiude diversi) è quello che utilizza utensili generalmente più alti e, soprattutto, coassiali. La differenza ulteriore che si nota è l’assenza di intermediari tra utensili e pestone: i punzoni vengono fissati direttamente alla traversa mediante diversi tipi di attacco. Un modello molto diffuso è l’attacco Wila. Anche le matrici vengono fissate sul banco in maniera diversa a seconda dello standard. Bloccaggi manuali È una soluzione basica indicata per produzioni con pochi cambi di utensile. Prevede l'estrazione e l'inserimento laterale degli utensili; il bloccaggio avviene tramite una brugola. Bloccaggio semi-automatico Il sistema che abbiamo sviluppato in VICLA è un bloccaggio manuale semi-automatico con sistema di aggancio-sgancio rapido frontale del punzone. Il funzionamento è molto semplice e, rispetto a un altra soluzione manuale tradizionale, consente di riattrezzare la macchina più velocemente e agilmente. Mediante lo spostamento della leva di bloccaggio, infatti, rilasci il punzone per sfilarlo frontalmente; mentre, al momento della chiusura, il punzone viene automaticamente richiamato in battuta e allineato perfettamente. Il grande vantaggio di questo bloccaggio è il dimezzamento del tempo di attrezzaggio: nel caso di una piegatrice da 4 metri, ad esempio, il completo riattrezzaggio passa da 8 minuti a circa 4 minuti Bloccaggi Automatici I sistemi di bloccaggio utensili di tipo automatico permettono di attrezzare la pressa piegatrice in assoluta sicurezza. Gli utensili vengono automaticamente allineati, posizionati e fissati. Con questa soluzione riduci drasticamente il tempo di attrezzaggio e aumenti notevolmente la produttività. In VICLA disponiamo di due soluzioni: 1) Bloccaggi pneumatici PROMECAM per punzoni con sgancio rapido frontale. I bloccaggi pneumatici possono essere superiori, per i punzoni, o inferiori, per le matrici. Diventano un accessorio molto utile quando siamo in presenza di tipologie produttive che prevedono un alto numero di attrezzaggi macchina o macchine lunghe oltre i 4 metri. Caratteristiche tecniche principali del bloccaggio pneumatico superiore VICLA modello BPI, incorporato negli intermedi: attacco standardizzato tipo “promecam” con scanalatura di sicurezza inserimento frontale autoallineamento ottimo bloccaggio anche dei frazionati più piccoli possibilità di smontaggio e ripristino di singoli intermedi per varie esigenze produttive mantenendo comunque la funzionalità degli altri possibilità di utilizzare stampi esistenti o reperibili direttamente dal cliente possibilità di spostare gli intermedi come quelli normali dispositivo di regolazione a cunei come per gli intermedi normali gli utensili possono essere rivolti in entrambi i sensi tubi di collegamento in posizione protetta dimensioni contenute per consentire le più ampie possibilità di manovra Caratteristiche tecniche principali del bloccaggio pneumatico inferiore VICLA, modello BPB, incorporato nel banco: staffe continue per tutta la lunghezza del banco dimensioni contenute per consentire le più ampie possibilità di manovra 2) Bloccaggi idraulici WILA per punzoni con aggancio diretto sulla traversa superiore. Questo tipo di bloccaggio per i punzoni possiede gli stessi vantaggi del modello BPI ma con alcune varianti. Si tratta di un attacco centrale a disegno WILA e viene montato senza intermedi. Essendo ad attacco centrale il punzone può essere montato rivolto nell’uno o nell’altro senso indistintamente. Viene consigliato soprattutto per le macchine oltre le 3000 ton, dove gli intermedi hanno una capacità di carico insufficiente. ATC VICLA: il sistema di cambio utensili con magazzino automatico Il sistema ATC VICLA, ovvero un magazzino automatico per l'attrezzaggio degli utensili della piegatrice è una soluzione moderna e all'avanguardia che assicura prestazioni eccezionali nel tempo. Nel sistema di cambio utensili automatico VICLA, le presse piegatrici collegate al magazzino automatico sono dotate di un sistema ibrido composto da circuito esclusivo per ogni cilindro che permette alle macchine di ottimizzare al massimo l'energia e la potenza necessari per lavorare la lamiera. Vantaggi: Aumento della produttività aziendale Diminuzione dei tempi di attrezzaggio Tempi di produzione accorciati Diminuzione dei costi Grande fluidità del lavoro Software per programmazione da ufficio
📥Scarica la guida: i metodi di piega con il DATA M IL CONTROLLO DELL'ANGOLO DATA M Il controllo DATA M è un tipo di controllo dell'angolo laser, cioè composto da due sensori laser montati su guide lineari che scorrono nella parte posteriore e anteriore del banco della pressa piegatrice. Rispetto ad altre tipologie, il Data M è una delle soluzioni più efficaci e performanti per la misurazione e il controllo automatico dell'angolo. Questo dispositivo analizza e corregge l’angolo di piegatura in diversi modi: effettuando una misurazione dinamica mentre il pezzo è in piega; estrapolando il ritorno elastico e calcolando la correzione sul controllo numerico; eseguendo la piegatura in base alla correzione calcolata in precedenza. REQUISITI richiede un bordo minimo di lettura pari a 20 mm fuori cava; è consigliabile usare una matrice a T; richiede un banco speciale per installare le guide lineari. Quando acquistare un controllo dell'angolo? Spesso, chi deve acquistare una nuova piegatrice, si trova in dubbio se montare anche un sistema di controllo dell'angolo. Valutare la necessità di un controllo dell'angolo è un tema complesso e non esiste una risposta univoca per ciascun caso, perché dipende molto dal tipo di lavorazioni e dalle esigenze della singola officina. In questa guida ti forniamo alcuni esempi di applicazione del controllo dell'angolo, in modo da fornirti una panoramica completa sui vantaggi e i benefici di questo importante optional. A chi serve il controllo dell'angolo? Chi sta cercando un nuova pressa piegatrice, deve valutare attentamente tutti gli aspetti tecnici della macchina. Prima ancora di scegliere la marca, è importante considerare quali sono le proprie esigenze; molto spesso ci si lascia ammaliare dai grandi nomi blasonati, ma non c'è errore peggiore che lasciarsi guidare nella scelta solo dalla notorietà del brand o dal prezzo; spesso si finisce nel tralasciare l'aspetto tecnico. È di gran lunga più importante, quindi, avere ben chiaro quali sono le necessità di produzione della propria azienda. Anche nella scelta se acquistare o meno il controllo dell'angolo, è importante farsi almeno due domande: Che tipo di lavorazioni fai? Qual è il tuo obiettivo? Ad esempio, se i tuoi lotti sono sempre diversi e in quantità minime, realizzi prototipi con materiali pregiati, oppure fai lavorazioni che richiedono estrema precisione di piega, dovresti considerare di equipaggiare la piegatrice con un sistema di controllo dell'angolo, meglio ancora se di tipo LAC, come quello installato sulle macchine per lamiera VICLA. Questo dispositivo non è solo un optional, ma è un vero e proprio alleato indispensabile per determinate lavorazioni, specialmente se il materiale è pregiato e un errore sull’angolo significa dover buttare il pezzo (e i tuoi soldi!). Molti imprenditori sono titubanti all'idea di utilizzare il controllo dell'angolo, per due ragioni: il pregiudizio sull'investimento iniziale, giudicato da molti troppo elevato; l'idea errata che il controllo dell'angolo rallenti troppo il lavoro. Si tratta di dubbi leciti, oppure sono frutto di errori di valutazione iniziale? Il controllo dell'angolo costa troppo Il controllo dell'angolo LAC è uno strumento molto sofisticato, dotato di vari metodi di piega, gestiti da CNC e richiede una modifica alla macchina per poter essere installato (è necessario infatti un banco speciale per montare le guide). È normale, quindi, che l'investimento iniziale rispecchi la complessità dell'optional. Tuttavia, il prezzo del controllo dell'angolo è un parametro del tutto soggettivo e risente di molte considerazioni. Per esempio, hai mai provato a quantificare il costo del materiale buttato via a causa di errori e sprechi? Nel calcolo dovresti includere anche l'impatto economico di tutti i ritardi di consegna e le ore del personale perse per colpa di un lavoro sbagliato. Se non lo hai ancora fatto, ti meraviglierai nello scoprire quante migliaia di euro vengono sprecate per via di errori di piega, distrazioni e sprechi! Se invece già conosci i costi che stanno pesando sulla tua azienda, sicuramente sei in grado di valutare in maniera più corretta l'ammontare dell'investimento di un controllo dell'angolo. Pensaci bene: il valore del controllo dell'angolo supera tutti i soldi che hai buttato finora a causa di errori e sprechi di materiale? Il controllo dell'angolo rallenta il lavoro È vero che il controllo dell'angolo rallenta il processo di piegatura? Sicuramente il processo di misurazione richiede del tempo che varia a seconda del metodo di piega utilizzato e della complessità del pezzo da eseguire. Per coloro che fanno fanno lavorazioni di precisione, prototipi, o utilizzano materiale pregiato, ad esempio, l’esecuzione del pezzo corretto al primo tentativo significa abbassare i costi, aumentare la qualità della produzione e ridurre i rischi. Un altro aspetto importante da considerare è che, oggigiorno, i moderni controlli dell'angolo sono dotati di diversi metodi di piega che consentono di scegliere la funzione più adatta a seconda del tipo di lavorazione. Ad esempio, se devi eseguire pieghe che hanno lo stesso angolo, puoi impostare il metodo di misurazione in modo tale che corregga tutti gli angoli uguali in base alle rilevazioni fatti sulla prima piega. Allo stesso modo, se hai già ricavato il ritorno elastico di quel lotto di lamiere, puoi utilizzare una funzione particolare, simile al controllo Real Time, ma molto più veloce. In sintesi, invece di pensare a quanto il controllo dell'angolo rallenta il lavoro, non sarebbe più utile considerare quanto può aumentare la produttività? Come si utilizza il controllo dell'angolo? Vediamo quali sono 5 metodi di piega con controllo dell'angolo DATA M che puoi impostare tramite cnc. Metodo di Piega =0 Misura Disabilitata Metodo di Piega =2 Ritorno Elastico da Campo Impostato Metodo di Piega =4 PMI appreso da misura con sensore Metodo di Piega =6 Misura d’Angolo con Strain Gauges Metodo di Piega =7 Misura Real Time Metodo di Piega =0 Misura Disabilitata Non si tratta di un vero e proprio programma di piega con controllo dell’angolo, in quanto questa funziona implica la disattivazione del controllo. Tuttavia, è una funzione che si rivela molto utile se usata insieme alle funzioni di Autoapprendimento di Angoli Uguali e Piega di Riferimento. Metodo di Piega =2 Ritorno Elastico da Campo Impostato Si tratta di un metodo veloce e preciso del controllo dell’angolo che consente di piegare il pezzo conoscendo a priori il ritorno elastico del materiale. Metodo di Piega =4 PMI appreso da misura con sensore Questa funzione consente di utilizzare le misure rilevate precedentemente tramite misurazione manuale o con Misura Real Time. Metodo di Piega =6 Misura d’Angolo con Strain Gauges La piega viene effettuata tramite l’ausilio di un sistema di correzione delle flessioni strutturali delle spalle che opera tramite l’ausilio di due estensimetri montati sulle spalle. Metodo di Piega =7 Misura Real Time Questo è il metodo classico, quello più sicuro ma con ciclo piega più lungo. Scopri degli esempi pratici di applicazione dei metodi di piega con controllo dell'angolo. 📥Scarica la guida: i metodi di piega con il DATA M
L'azienda F.G. Montaggi di Frantolini Giuseppe nasce come carpenteria metallica a Reggio Calabria nel 1998, partendo da un'esperienza ventennale maturata nel settore metalmeccanico. Ad oggi opera in diversi settori e si affida alla qualità delle macchine VICLA per rispondere alle richieste di un mercato che esige qualità a costi sempre più competitivi. Si parla spesso delle sfide che devono affrontare le carpenterie in termini di lavorazione della lamiera, con tolleranze da rispettare, lotti che crescono a fronte di tempi di consegna che si riducono, ma spesso si tralasciano altre tematiche, seppur importanti, che riguardano le competenze necessarie per fare impresa in Italia: in un mercato frenetico come quello della lavorazione della lamiera, accanto alla conoscenza della materia prima, è indispensabile adottare una forma mentis flessibile e in grado di adattarsi velocemente ai tempi che cambiano. GUARDA IL VIDEO: PRESSA PIEGATRICE DA 250 TON 6 M | VICLA La varietà di prodotti realizzati consente all’azienda di diversificare il proprio portafoglio clienti e di affrontare con dinamicità i tempi che cambiano. Allo stesso tempo, però, la necessità di eseguire tante e diverse lavorazioni particolari e inconsuete, pongono l’azienda di fronte alla necessità di dotarsi di macchinari avanzati con i quali poter facilmente passare da un tipo di lavorazione ad un’altra. Proprio l’esigenza di avere un parco macchine fuori dallo standard, in grado di garantire una “marcia in più”, ha spinto l’azienda a ricercare un interlocutore affidabile con il quale studiare la configurazione di macchina più adatta alle proprie esigenze. Con VICLA, FG Montaggi srl ha trovato il giusto partner per mettere a sistema tutte le esigenze produttive. Non si tratta di una scelta a caso, ma frutto di un'attenta ricerca di mercato nel panorama dei principali player del settore, che nel corso degli anni ha portato l’azienda a creare un parco macchine ora composto da una cesoia e due presse piegatrici per lamiera. Le macchine, tutte a marchio VICLA, testimoniano che il rapporto con l’azienda brianzola non si limita a una mera fornitura di macchine, bensì è un vero e proprio sodalizio di visioni e condivisione di intenti. L’ultima macchina arrivata è una pressa piegatrice ibrida, modello .SUPERIOR, con forza di piega di 250 tonnellate e 6.100 mm di lunghezza. È inoltre dotata dei dispositivi Flex (per il controllo delle flessioni strutturali delle spalle) e bombatura attiva Clever Crowning, che consentono di compensare in tempo reale le naturali flessioni a cui è sottoposta la macchina, garantendo sempre pieghe lineari su tutta la lunghezza. La macchina, così configurata, è stata ulteriormente personalizzata con una targa dedicata...una vera sorpresa! Pressa piegatrice ibrida VICLA da 250 tonnellate e 6mt di lunghezza.
Il mondo della pressopiegatura è proiettato sempre di più verso l’interconnessione e l’automazione dei processi produttivi e l’Industria 4.0 sta certamente cambiando il nostro modo di lavorare. Nel settore della pressopiegatura parlare di Fabbrica Digitale significa essere consapevoli di come gestire i flussi di lavoro e ottimizzare i processi produttivi per ridurre gli sprechi e aumentare la marginalità. Il punto chiave di questa rivoluzione industriale riguarda la raccolta e l'analisi delle informazioni: nella smart factory 4.0 i macchinari dialogano costantemente con il sistema aziendale. I software 4.0 permettono di acquisire i dati generati durante l'attività delle macchine (numero di pezzi prodotti, tempo di produzione medio di ogni pezzo, orario di inizio e fine lavorazione, errori ecc.). I dati elaborati vengono poi organizzati e messi a disposizione del personale, in modo da poter fare le dovute valutazioni strategiche aziendali. Pe quanto riguarda le presse piegatrici, i software 4.0 consentono anche di lanciare e gestire le commesse completamente da remoto. Il software funge da vero e proprio connettore tra la pressa piegatrice e il gestionale aziendale. Si tratta di una funzionalità molto utile per chi, ad esempio, utilizza l'ERP aziendale per il controllo della produzione o programmi di disegno tecnico. Vantaggi dei software 4.0: creare le commesse da lavorare, le parti da piegare che la compongono e i quantitativi; visualizzare l’elenco delle commesse e quale mettere in esecuzione; registrare un database di tutti gli eventi della macchina (allarmi, statistiche, liste di produzione); vedere in modo ordinato i dati salvati nel database selezionando diversi grafici e intervalli di tempo. I software 4.0 per la programmazione e la raccolta dei dati Che cosa fanno i software 4.0 e perché sono così importanti? Una piegatrice 4.0 è una macchina intelligente che dispone di software in grado di comunicare con il gestionale aziendale e di rilevare i dati di produzione. Le piegatrici per lamiera VICLA sono equipaggiate con i due software 4.0 indispensabili per accedere all’Industria 4.0: il Data Logger e il Production Manager. Questi sistemi dialogano con l'ERP aziendale, per cui sono adatti alle aziende che sono già dotate di un gestionale aziendale. Nel caso in cui la tua azienda non l'avesse, in VICLA possiamo fornirti il pacchetto completo Industria 4.0, che comprende due software aggiuntivi che si sostituiscono al gestionale di produzione. Diamo ora uno sguardo ai due principali sistemi che consentono di accedere all'Industria 4.0. Software 4.0 Data Logger È un’applicazione che si occupa di dialogare con le macchine presenti nello stabilimento. Questa applicazione si può aprire dal PC della macchina oppure su un PC esterno nel caso in cui il CNC della macchina non supporti un sistema operativo Windows. Rem Data Logger salva inizialmente i dati di produzione su un database locale per evitare di perdere i dati di produzione a causa della indisponibilità della rete. REM Data Logger può comunicare tramite Socket TCP, Modbus TCP o qualsiasi protocollo richiesto per comunicare dalle macchine presenti in azienda. In aggiunta ai a protocolli di rete, può comunicare tramite RS232, RS485 o qualsiasi porta di comunicazione sia presente sul computer dove l’applicazione è installata. Il software 4.0 Production Manager Il secondo software carica le commesse da eseguire interfacciandosi con il gestionale, invia al CNC l’articolo da eseguire interfacciandosi con il Data Logger per le comunicazioni di inizio e fine lavorazione. È dotato di diverse funzionalità: Gestione utenti: permette di effettuare il login di un utente tra quelli disponibili per tenerne traccia nelle statistiche. Griglia abilitata: la selezione delle commesse da lavorare avviene tramite una griglia che presenta l’elenco delle commesse disponibili Bar-code: i dati delle commesse da lavorare vengono interpretati leggendo il bar-code questa opzione esclude l’opzione “Griglia abilitata” Bar-code diretto: articolo da lavorare viene letto direttamente dal bar-code questa opzione esclude l’opzione “Griglia abilitata”. Editor griglia: si possono editare le righe della griglia che vengono memorizzate in un database configurabile che vengono anche aggiornate di stato in base alle lavorazioni eseguite con pagina dedicata per le lavorazioni terminate (opzione abilitabile solo se non è possibile integrazione con il gestionale). Gestione pezzi conformi. Gestione del flusso di dati con i software per presse piegatrici Essendo richiesta la bi-direzionalità delle informazioni, il flusso dei dati comincia dal gestionale che, in funzione degli ordini ricevuti e delle commesse pianificate: 1. Il gestionale prepara una vista del database contenente una serie di record con le seguenti informazioni minime, la vista deve contenere le commesse che vanno lavorate nel breve periodo (il periodo è discrezionale da parte del cliente finale): a. Codice commessa da eseguire b. Codice articolo c. Quantità da lavorare 2. L’operatore a bordo macchina lancia il Production Manager e vede l’elenco delle commesse/articoli da realizzare 3. L’operatore seleziona la commessa/articolo che ritiene prioritaria e preme il tasto Carica Job per mandarla in esecuzione 4. Il Production Manager richiede al CNC di caricare il part program selezionato in modo automatico ed aggiorna le quantità da lavorare 5. Il CNC carica il programma richiesto e l’operatore può lavorare con la macchina e realizzare i programmi richiesti 6. Il DataLogger registra le lavorazioni fatte nella tabella Produzione, gli allarmi nella tabella Eventi, gli stati macchina nella tabella Statistiche 7. A fine lavorazione l’operatore preme il pulsante di Fine Job per evidenziare che la lavorazione è terminata (a questo punto l’operatore può eseguire ciclicamente le operazioni dal punto 3) 8. Il gestionale può consuntivare le commesse in esecuzione e cancellarle quando completate interrogando la tabella Produzione, può visualizzare le informazioni accessorie di produzione consultando la tabella Statistiche o la tabella Eventi Piegatura 4.0: sviluppare la piega e gestire le commesse direttamente in ufficio tecnico [GUARDA IL VIDEO] Con l'interconnessione 4.0 puoi sviluppare le pieghe in ufficio tecnico e gestire le commesse a bordo macchina, in base alla loro priorità, inserendole direttamente nel gestionale. Cosa registra esattamente un Software 4.0 le lavorazioni fatte nella Tabella Produzione; gli allarmi nella Tabella Eventi; gli stati macchina nella Tabella Statistiche. Attraverso l'interconnessione tra l'ufficio tecnico e la macchina, i dati acquisiti permettono al gestionale di: fare una costificazione delle commesse in esecuzione; cancellare le commesse quando completate; visualizzare le informazioni accessorie di produzione. Come monitorare i cicli produttivi e richiamare gli articoli tramite barcode? [VIDEO TUTORIAL] Avere un rendiconto preciso di tutte le lavorazioni eseguite in azienda è un informazione essenziale per monitorare e migliorare i processi produttivi. Con i Software 4.0 puoi tracciare l'intero ciclo della produzione tramite l'utilizzo dei profili utente. Per attivare la lavorazione è sufficiente eseguire due semplici operazioni: selezionare il proprio profilo utente; rilevare l'articolo con il lettore di barcode: il programma invierà automaticamente i dati della commessa alla pressa piegatrice e avvierà la lavorazione. Ora che conosci come funzionano i software 4.0, scopri anche tutto quello che devi sapere sulla piegatrice: scarica ora il nostro manuale gratuito.
Il processo di piegatura spesso rappresenta il “collo di bottiglia” nella filiera produttiva della lavorazione della lamiera. Le difficoltà che le aziende devono affrontare spesso sono legate alla scarsa organizzazione, alla mancata storicizzazione delle problematiche più o meno ricorrenti e alla grande possibilità di errore. Inoltre, come in tutte le attività che prevedono un ampio bisogno di apporto umano, il continuo insorgere di scelte da parte degli operatori può essere un'arma a doppio taglio. Se queste scelte non vengono analizzate correttamente, possono portare a inefficienze di diversa natura, tra cui non conformità dei pezzi, sprechi di materiale, errori di valutazione. Come si può migliorare la gestione dell'intero processo? Uno degli strumenti più validi e, spesso, più sottovalutati, è la rilevazione periodica, che deve essere fatta a tutti i livelli. Lo scopo è confermare o smentire efficacemente la bontà di una nuova soluzione. Facciamo un esempio concreto. Mettiamo che tu abbia deciso di misurare la tempistica di realizzazione di una serie ripetitiva di articoli. Per prima cosa, devi analizzare lo stato attuale e poi partire attaccando gli sprechi presenti in ogni stadio; per lo meno quelli dove è possibile effettuare dei cambiamenti semplici ed immediati. Mantenendo lo stesso ritmo naturale di lavoro, potresti accorgerti facilmente che, se la produzione o la qualità è aumentata dopo un intervallo di tempo di riferimento, la strada intrapresa è quella corretta. A questo punto, partendo dall’inizio del processo, potresti semplicemente adottare le seguenti linee guida per fare dei miglioramenti. Ovviamente, non abbiamo la pretesa di proporre soluzioni universali, ma piuttosto, vogliamo darti degli spunti di riflessione da tradurre in accorgimenti veloci ed efficaci. Prima di piegare: l’avvicinamento dei pezzi alla zona di lavoro Si può migliorare questa fase già a partire dallo scarico dei pezzi tagliati: infatti, suddividendo i pezzi uguali tra di loro e rendendone semplice il prelievo manuale, i piegatori potranno riconoscere immediatamente i codici. Un ulteriore accorgimento che puoi adottare è di suddividere i codici sulla base dell’orientamento in fase di nesting o di eventuale cambio di lastra. Questa pratica dovrebbe diventare un’abitudine virtuosa, perché contrasta l’insorgere naturale dei fattori di variabilità della lamiera, quali: anisotropia; differenza di spessore. Da un punto di vista pratico, è sufficiente riempire scatole differenti in presenza di pezzi di piccole dimensioni, ma tagliati in fogli diversi, o con sensi di laminazione opposti; oppure creare pile separate, in caso di pezzi dalle dimensioni medio/piccole. In alternativa, in presenza di pezzi che occupano la maggior parte della superficie del pallet, è sufficiente segnalare, nella pila, il cambio di lamiera con un semplice foglio di carta. Una volta composto il pallet con il criterio migliore possibile, individua una zona di scarico riconoscibile da tutti e libera da ogni eventuale impedimento. Conoscendo l’ordine delle consegne, è possibile per gli operatori delle macchine da taglio improntare la sequenza di prelievo dei bancali inseguendo la logica dell’urgenza. In alcune aziende, soprattutto le più strutturate, possono esserci degli addetti all’ordine della pallettizzazione e all’asservimento delle presse piegatrici. In base alle date di consegna vengono allestiti degli appositi carrelli da portare alla pressa piegatrice predefinita secondo un determinato criterio interno e deciso a monte. Quando il pallet o il carrello è nei pressi della piegatrice, l’operatore ha il compito di effettuare un breve studio ergonomico che gli consenta di ridurre al minimo gli spostamenti, pur lavorando in perfetta sicurezza. Per questo, è consigliabile portare gli articoli ad una altezza adeguata per il prelievo e in prossimità dell’area di lavoro. Un operatore esperto e capace, al giorno d’oggi, è anche colui che cura nei minimi dettagli anche questo fondamentale aspetto apparentemente così slegato dall’esecuzione del pezzo. Eppure, è proprio nella fase di movimentazione, oltre che durante l’attrezzaggio, che si nasconde il maggiore di tempo. Analisi della produzione: le procedure esecutive Quasi sempre, quando nelle aziende si stilano i report sulle non conformità subite da parte dei clienti, si scopre che una grande maggioranza di esse deriva da difettosità nate in fase di piegatura. La piegatura è un processo dove l’apporto umano ha un peso enorme, ed è proprio per questo che si assiste ad una quantità di errori più importante rispetto a tutte le altre fasi. L'operatore, infatti, è chiamato a compiere continuamente delle valutazioni e le possibilità di sbagliare aumentano. Alcune delle considerazioni che devi fare potrebbero infatti riguardare: il contrasto continuo dei fattori di variabilità; la necessità di individuare una sequenza di esecuzione; la corretta interpretazione dei disegni; la lettura di eventuali specifiche. Se prendiamo spunto da alcune soluzioni provenienti da altri settori e che hanno dato una grossa mano nella riduzione degli errori, scoprirai che è possibile attuare dei miglioramenti tangibili anche nei reparti di piegatura della lamiera. Pensa al settore chirurgico o dell’aviazione civile, in cui la stipulazione di procedure di azione ha letteralmente creato una rivoluzione virtuosa. Chiaramente, non è possibile a priori eliminare l’errore umano, ma grazie alle procedure, puoi comprendere esattamente dove ci sia stata una leggerezza o una incomprensione, con il grande vantaggio di poter migliorare continuamente il sistema e puntare alla perfezione. Creare delle procedure per la piegatura, quindi, è senz’altro il metodo più semplice ed applicabile per abbattere il problema delle non conformità. La Checklist del piegatore Vediamo ora quali sono le 7 procedure che puoi implementare e migliorare da subito il tuo reparto di piegatura. 1) L’operatore è responsabile di una non conformità anche quando non è direttamente dipesa da lui Se un articolo è accompagnato da un disegno poco chiaro, non completo, fuorviante oppure con rappresentazioni incongruenti, non va lavorato, anzi! È necessario non solo che l’operatore se ne accorga, ma che segnali la problematica riscontrata. Casi molto frequenti sono: proiezioni ortogonali con viste errate; segnalazioni assenti sul lato rifinito (ad esempio se la satinatura è esterna o interna in un pezzo simmetrico); filettature e svasature non riportate; quote mancanti; tolleranze non rispettabili. L’approccio consigliato è quello di cercare l’errore nel disegno. In questo modo l’operatore è costretto a studiare il pezzo e a prendere familiarità con la forma che dovrà avere una volta concluso; oltre a ciò, potrà rendersi conto senza fatica di quali sono le specifiche e le caratteristiche del pezzo. 2) Il confronto tra disegno e pezzo da lavorare Nella moltitudine di codici, è possibile incontrare casi in cui pezzi estremamente simili hanno in realtà lavorazioni differenti. I progettisti, solitamente, concentrano maggiormente la propria attenzione nei confronti della funzionalità del prodotto realizzato, più che nella semplicità di realizzazione dello stesso. È quindi facile trovare codici di pezzi simmetrici che differiscono esclusivamente per piccoli dettagli riscontrabili solo con un esame approfondito. Prima di iniziare a lavorare con la piegatrice, quindi, assicurati di lavorare con il profilo corretto. 3) La programmazione e il richiamo dell’articolo dal CNC Una delle abitudini più diffuse è di programmare ogni volta la pressa piegatrice indipendentemente dalla frequenza con cui viene lavorato un pezzo. Si preferisce, cioè, individuare la sequenza e inserire i dati nel controllo numerico, anziché richiamare un programma già memorizzato in precedenza. Perché si tratta di una pratica controproducente? In passato, le presse piegatrici di vecchia costruzione non disponevano di molto spazio nella memoria dei controlli numerici e l’archiviazione rappresentava un vero e proprio problema, a cui si aggiungeva anche la mancanza di caratteri sufficienti per poter nominare un codice nella sua completezza. Oggigiorno il problema non esiste più e dovresti salvare tutti i programmi sul controllo numerico. Richiamarne uno dalla memoria interna sarà sempre più rapido che dover riprogrammare da zero qualsiasi pezzo, anche il più semplice. 4 L'attrezzaggio della piegatrice Per quanto possa sembrare banale, gli utensili devono necessariamente essere contraddistinti in maniera univoca da tutti gli operatori di tutti i reparti. Per comodità, ti consigliamo di adottare un nome che rispecchi il codice stampigliato sui punzoni o sulle matrici. Molto spesso, capita che gli stessi utensili vengano chiamati diversamente su presse differenti nello stesso reparto, generando una confusione inutile. Quale regola seguire per nominare gli utensili? Alcuni costruttori di utensili adottano per i propri prodotti dei codici “parlanti”, cioè nomi che sintetizzano le caratteristiche geometriche; in questo modo, gli utensili diventano immediatamente riconoscibili. Ad esempio, nel caso di una matrice, potresti inserire la sua larghezza nominale V, l’ampiezza dell’angolo della V, i raggi degli spigoli e l’altezza. Se si trattasse di un punzone, invece, oltre alla sagoma, potresti indicare il raggio di punta, l’angolo del vertice e l’altezza utile. Dopo aver rinominato correttamente tutti gli utensili con il metodo che ti abbiamo suggerito, assicurati che la stessa nomenclatura sia presente all'interno del controllo numerico in un programma nuovo e nel programma richiamato dalla memoria. Anche le stazioni installate (i frazionati di utensile montati a distanze ben specifiche sul banco della pressa) devono essere le stesse del programma eventualmente richiamato. 5 Esecuzione e piegatura: il controllo degli angoli e la misura delle pieghe La piegatura della lamiera è una delle fasi più delicate, perché l’operatore deve mantenere la massima concentrazione per la riuscita del pezzo e per la propria sicurezza; inoltre, al momento dell'esecuzione, l'operatore ha il compito importante di effettuare il primo controllo di qualità del profilo lavorato. Parlandi di angoli, misura delle pieghe e sistemi di controllo, verifica se ci sono degli scostamenti tra le quote del disegno e quelle reali. Nell’ordine di una piega vanno controllati: la misura dell’angolo in gradi con l’ausilio di un goniometro; la misura della lunghezza del lembo con un calibro. 6 Gli strumenti di misura e controllo Ovviamente, a seconda del tipo di lavoro che viene svolto dall’azienda e dalle sue specificità, possono esserci alcune differenze nel tipo di strumenti di misura. Nell’ambito della carpenteria leggera, dove è richiesta una precisione medio-elevata, ti consigliamo di dotare il tuo reparto di piegatura di calibri digitali centesimali e goniometri digitali. Nell’ambito della carpenteria pesante, invece, dove i gradi finitura e tolleranza sono più grossolani, è più indicato l’utilizzo di calibri di grandi dimensioni, metri e goniometri analogici o, in alternativa, di livelle elettroniche. In particolare, queste ultime rappresentano una soluzione molto vantaggiosa in quanto consentono di compiere delle misurazioni mantenendo i pezzi di grande dimensione in macchina e compiendo un confronto tra l’inclinazione di un lato piegato e l’altro. La quantità di controlli dimensionali e la correttezza esecutiva devono essere effettuati in base a: quantità dei pezzi da produrre; qualità richiesta dei pezzi da produrre (spesso comprensibile grazie alle tolleranze dimensionali specificate sul disegno tecnico); qualità della lamiera lavorata. 7 Salvataggio ed eventuali modifiche del programma La regola d'oro, già ripetuta prima, è di salvare ogni volta il programma. Quali sono le soluzioni più efficaci per nominare correttamente i programmi? Sicuramente il consiglio è quello di nominare i programmi con i codici prodotto rilevabili nel cartiglio del disegno. Conclusioni Tutti i cambiamenti volti al miglioramento devono essere applicati gradualmente, in modo da testare l’efficacia e poter effettuare gli interventi correttivi dovuti. È fondamentale l’apporto diretto dei lavoratori, perché sono loro che conoscono maggiormente le aree critiche e dove si può intervenire. In molte aziende si teme di sconvolgere le abitudini ormai assodate, conosciute e condivise da tutto il personale, nonostante si possano applicare miglioramenti notevoli. Se si vuole attuare un cambiamento migliorativo, è bene adottare la filosofia che prevede “un risultato non perfetto ma subito” senza scoraggiarsi di fronte alla mole di lavoro da fare. Ora che conosci alcune soluzioni per gestire al meglio la zona lavoro, scopri anche tutto quello che devi sapere sulla piegatrice: scarica ora il nostro manuale gratuito.