Durante il processo di piegatura, la macchina è sottoposta a una tensione che provoca una deformazione della struttura e, di conseguenza, anche della lamiera; per compensare questo genere di stress entra in gioco il sistema di bombatura. Quando pieghiamo la lamiera con una pressa piegatrice, la traversa superiore tende sempre a incurvarsi verso l’alto. Il sistema di bombatura solleva la matrice per mantenere una distanza costante tra punzone e matrice. Senza di essa, infatti, il risultato dell'angolo di piegatura risulterebbe irregolare. Per dirla in soldoni, in una pressa piegatrice con bombatura errata o senza bombatura, il risultato di piega avrà un angolo di piega più aperto o più chiuso. Per questo è di fondamentale importanza scegliere il sistema di bombatura corretto per la propria pressa piegatrice. Quali sono i principali sistemi di bombatura? Esistono diversi sistemi di bombatura, alcuni dei quali sono dei brevetti esclusivi di pochissimi costruttori come VICLA. Oggi scoprirai i tre sistemi principali e quale, tra questi, ti aiuta davvero a ottenere pieghe perfette senza dover sprecare materiale e soldi in test e verifiche del pezzo. Se vuoi leggere subito di che cosa si tratta, puoi andare direttamente al paragrafo in cui si parla della bombatura idraulica attiva. Gestire la linearità con il banco a cunei Il sistema di banco a cunei è una regolazione che avviene a priori e che può essere modificata sulla base delle caratteristiche della lamiera. Si tratta di un sistema già molto conosciuto che prevede una serie di profili dalla differente inclinazione, caratterizzati da una marcatura più forte al centro e minore ai lati. Tali profili, ricavati da blocchi pieni di acciaio, sono posti su altrettanti profili con sagome “negative”. Su uno dei lati della macchina è posto un motoriduttore che aziona lo scorrimento di un treno di settori sull’altro in modo da sollevare la linea di lavoro in maniera controllata: il sollevamento sarà maggiore al centro e minore ai lati. Il banco a cunei prevede sempre un intervento da parte dell’operatore; infatti, i profili, se visti di lato, mostrano un piano di contatto obliquo che permette al piegatore esperto di regolare la centinatura e renderla localizzata. Questo sistema, seppure molto utile, ha però un grosso svantaggio. Con il banco a cunei le modifiche alla linearità del banco non possono avvenire durante la piega, ma devono necessariamente essere fatte prima. Questo sistema di bombatura è infatti anche chiamato di pre-centinatura, proprio perché la regolazione avviene prima di iniziare a piegare la lamiera. Piegatura della lamiera e bombatura: quanto bisogna compensare? La compensazione è uno dei grandi crucci del piegatore. Se è vero che esistono tabelle e formule teoriche per calcolare la compensazione, è altrettanto vero che la lamiera è un materiale imprevedibile. Capita molto di frequente che la teoria si scontri con il comportamento variabile della lamiera. Cosa si può fare in questi casi? Sicuramente il primo passo da fare è conoscere tutti i fattori che determinano il comportamento della lamiera. Ti aiuterà a capire come compensarli e non sprecare tempo e materiale in test e verifiche. A volte, però, anche conoscere il materiale non basta e l’azienda potrebbe incorrere in molti problemi derivanti da pezzi non uniformi: costo del materiale, consegne in ritardo, scarti elevati. Ecco che ottenere il risultato giusto al primo tentativo diventa fondamentale per le aziende che vogliono rimanere competitive sul mercato. Sistemi di bombatura: la centinatura idraulica La centinatura o bombatura idraulica è un sistema utilizzato storicamente da molti produttori. All’interno del banco, nella tavola che sopporta lo sforzo e sostiene le matrici, vengono inseriti dei cilindri ad alta pressione e bassa portata. Come dei veri e propri martinetti idraulici, spingono il centro del banco verso l’alto andando così a compensare quanto serve la deformazione del pestone. Questo tipo di tecnologia è montato sulla piegatrice idraulica VICLA Smart. L’effetto che ottieni è il perfetto parallelismo tra la linea dei punzoni e quella delle matrici. Con la bombatura idraulica ottieni un pezzo con una piega costante tra il centro e i lati. Anche in questo caso, però, può capitare che, a causa dei fattori di variabilità della lamiera, il sistema restituisca un valore non ottimale. Infatti, il controllo numerico calcola la compensazione sulla base della descrizione del pezzo da produrre e sul calcolo tarato sulla struttura della macchina per lamiera. Pieghe lineari della lamiera al primo colpo: la bombatura idraulica attiva L’unico modo per gestire con successo la bombatura è utilizzare una tecnologia che misuri la deformazione effettiva e la corregga in tempo reale. VICLA, per questo, può garantire la bombatura attiva, che, di fatto, rappresenta l’evoluzione del sistema e il non plus ultra in materia di ripetibilità e precisione. Con il sistema bombatura attiva Clever Crowning di VICLA, disponibile sulle piegatrici ibride Superior, hai la certezza che, a prescindere dalle caratteristiche variabili del materiale, otterrai sempre una piega perfettamente lineare. Come funziona il sistema di bombatura attiva? La bombatura attiva Clever Crowning di VICLA è un sistema sofisticato ed estremamente intelligente che prevede una modifica della linearità del banco, calcolata esattamente sulla base della reale necessità. La pressa piegatrice, infatti, grazie a dei particolari sensori inseriti nei punti strategici di flessione, è in grado di capire esattamente di quanti centesimi di millimetro sia l’entità della flessione della traversa. Non si tratta più di un calcolo parametrico, ma di un valore reale che stabilisce l’esatta pressione che i cilindri devono utilizzare per compensare il banco e ottenere le pieghe perfette su tutta la lunghezza del profilo. In pratica, questa soluzione non necessita di correzioni perché si posiziona completamente in automatico, garantendo sempre risultati eccellenti. Si tratta, insomma, di una vera e propria rivoluzione del processo di piegatura che migliora il lavoro in officina in molti modi: ottieni risultati ottimi anche con personale poco esperto, in quanto è il sistema a calcolare tutto automaticamente; abbatti gli sprechi di materiale, in quanto il sistema applica in tempo reale l’esatta compensazione; diminuisci i tempi di produzione perché non hai più bisogno di pre-centinature e di verifiche al pezzo. Tutti i sistemi attualmente proposti sul mercato, idraulici o meccanici a cuneo, prevedono l’intervento correttivo da parte dell’operatore. Sono quindi sistemi semiautomatici, in cui il posizionamento viene determinato teoricamente dal CN ma è corretto successivamente dall’operatore. Con il sistema di bombatura attiva Clever Crowning di VICLA, invece, il CN misura in tempo reale le modifiche da fare senza che tu debba intervenire con regolazioni successive. Questo optional è disponibile sulla pressa piegatrice ibrida .SUPERIOR e ti permette di ottenere performance eccezionali. Ora che sai come ottenere pieghe perfette senza spreco di tempo e materiale, scopri gli altri benefici delle presse piegatrici VICLA.
Il piano neutro è chiamato anche fibra neutra o asse neutro ed indica una sottile sezione della lamiera che non è soggetta né a trazione né a compressione. In pratica, non è altro che una linea immaginaria all'interno del foglio di lamiera che individua il punto in cui il materiale non subisce forze. Il piano neutro è un elemento fondamentale per calcolare il fattore K, ossia quel rapporto tra raggio interno ed esterno che permette di calcolare lo sviluppo della lamiera. Se vuoi sapere qual è la formula per calcolare il fattore K, ti suggeriamo di leggere la nostra guida Fattore k lamiera: cos'è e come si calcola Quando con la pressa piegatrice vai a lavorare un foglio di lamiera, il materiale subisce due diverse tipologie di forze che deformano la lamiera: forze di compressione, all’interno del raggio di piegatura; forze di trazione, all’esterno del raggio di piegatura. Le aree periferiche sono quindi le zone dove si concentrano le maggiori tensioni che fanno sì che l'acciaio si allunghi o si accorci. In sostanza, più ci si avvicina all’interno del materiale e più le tensioni applicate e le deformazioni calano. In una zona ideale, chiamata piano neutro o fibra neutra, avviene il bilanciamento delle due tensioni e, di conseguenza, troviamo una fascia sottile di materiale curvata ma non modificata nella propria lunghezza. Il comportamento del materiale che stiamo piegando e il suo modo di reagire riguardo le tensioni di trazione e compressione applicate viene espresso dal fattore k. Capire il piano neutro e la deformazione della lamiera Per capire ancora più in profondità il motivo per cui il fenomeno avviene è necessario spostare l’attenzione su quella che senz’altro rappresenta una delle prove sui materiali più note ed importanti: la prova di trazione. Le prove sui materiali si distinguono in distruttive (dove il campione da testare viene irrimediabilmente danneggiato) e non distruttive (dove il campione rimane integro, in alcuni casi si possono effettuare direttamente sul pezzo finale) e rappresentano da moltissimi anni una strategia per capire, mappare e certificare le proprietà meccaniche degli stessi. La prova di trazione, per quanto semplice, fornisce dei dati fondamentali per la comprensione delle caratteristiche meccaniche fornite da un determinato materiale. Per poterla effettuare si utilizza un’apposita macchina idraulica che presenta degli alloggiamenti o delle pinze in cui vanno inseriti gli estremi della provetta che può avere delle forme e delle sezioni differenti ma unificate. Questa sorta di piegatrice al contrario che ha la caratteristica di esercitare una sollecitazione in trazione anziché in compressione, tende la provetta fino al cedimento del materiale e alla sua conseguente rottura. Ovviamente l’intero ciclo di test non è casuale ma viene effettuato lentamente e gradualmente e rilevando due grandezze fondamentali: la quantità di pressione esercitata; l’allungamento percentuale della provetta. Queste due rilevazioni sono tradotte in un grafico in tempo reale che traccia l’andamento della deformazione e della rottura della provetta. Ritornando alla piegatura si può capire che la zona attorno al piano neutro è quella che ha subito tensioni minori e che è rimasta, quindi, nelle condizioni di elasticità del materiale: è esattamente dove risiedono le fibre direttamente responsabili del ritorno elastico. Capire da che cosa dipende il ritorno elastico è fondamentale per ottenere l'angolo di piega desiderato; ecco perché abbiamo scritto un articolo che ti spiega quali sono le tecniche e gli strumenti per gestire il ritorno elastico. Le zone periferiche, invece, saranno irrimediabilmente snervate e concorreranno nella stabilità della deformazione.
Come si rimuove il punzone senza perdere l'allineamento delle fotocellule? È una domanda che ci viene spesso rivolta in occasione dei nostri corsi sull'utilizzo delle piegatrici VICLA. Guarda il video e scopri come mantenere l'allineamento delle fotocellule quando hai necessità di cambiare i punzoni. Le fotocellule sono una risorsa in termini di sicurezza. Il corretto allineamento permette di lavorare in velocità, tutelando l’operatore. Guarda il video e segui le istruzioni: la prima cosa da fare è regolare l’altezza della fotocellula servendoti della riga millimetrata. leggi l’altezza del punzone indicata sull’etichetta o sul display del controllo numerico; utilizza la riga millimetrata per regolare la quota di entrambi i bracci delle fotocellule. con le fotocellule Iris Plus puoi verificare che la fotocellula ricevente sia allineata, premendo il pulsante “Test” la misurazione è in corso quando i sensori lampeggiano; quando si spengono, ad esclusione del sensore di accensione, la verifica è finita e l’allineamento risulta corretto. Come si rimuove il punzone senza perdere l'allineamento delle fotocellule? Invece di agire sulla maniglia di regolazione, utilizza il perno di esclusione meccanica, che ti consente di collocare la fotocellula in posizione di parcheggio. Così facendo, potrai sfilare gli utensili senza perdere l’allineamento delle fotocellule.
La sicurezza degli operatori alla pressa piegatrice avviene tramite l'adozione di protezioni costituiti da barriere immateriali, come le fotocellule per presse piegatrici, e barriere materiali, come i ripari fissi e interbloccati. Le fotocellule per presse piegatrici fanno quindi parte dei sistemi di sicurezza per garantire l'incolumità degli operatori durante l'utilizzo della piegatrice. Nel corso degli anni, infatti, le piegatrici si sono evolute tecnologicamente e meccanicamente per garantire prestazioni sempre maggiori non solo dal punto di vista del prodotto finito, ma anche dal punto di vista della sicurezza e della facilità di utilizzo. Le macchine per lamiera moderne, come le nostre presse piegatrici idrauliche e piegatrici ibride VICLA, sono equipaggiate con sistemi di sicurezza ancorati alla traversa della macchina. In questo modo l'operatore non ha più nessuna difficoltà nelle lavorazioni di qualsiasi tipo di lamiera, a meno che la loro taratura non sia imperfetta. A che cosa servono le fotocellule di sicurezza La fotocellule per presse piegatrici sono posizionate a una distanza di sicurezza dalla zona pericolosa, in relazione al tempo di arresto della piegatrice. Questi sistemi di protezione utilizzano un principio di trasmissione e ricezione di raggi luminosi e sono collegati con il sistema di comando della macchina che impedisce la discesa del punzone quando le mani, o altre parti del corpo, si trovano in posizione di pericolo. Oggigiorno tutte le presse piegatrici nuove sono equipaggiate con fotocellule che garantiscono un utilizzo della macchina in totale sicurezza. Nel caso di presse piegatrice più vecchie, invece, questi sistemi sono assenti oppure non più a norma di legge. Nonostante ci sia la possibilità di effettuare retrofit della macchina e integrarla con moderni sistemi di protezione, sono ancora molte le macchine in dotazione nelle officine che purtroppo non rispettano le norme di legge in termini di sicurezza. Tipologie di fotocellule per presse piegatrici Esistono diverse tipologie di fotocellule; i sistemi più diffusi sono: i sistemi monoraggio a luce non coerente (es. infrarosso) e i sistemi monoraggio laser, non più considerati rispondenti allo stato dell'arte; le barriere ottiche laser; i dispositivi di sicurezza multiraggio laser; i sistemi laser scanner. Fotocellule Lazersafe Iris e Iris Plus Le presse piegatrici VICLA sono equipaggiate con la migliore componentistica italiana e internazionale. Per quanto riguarda le fotocellule di sicurezza, i sistemi ottici di Lazerzafe sono da considerarsi tra le soluzioni migliori disponibili. I sistemi ottici Lazersafe IRIS e IRIS Plus incorporano un processore di immagini in tempo reale integrato all'interno dell'unità ricevente, combinando protezione e alte prestazioni. Inoltre, i cicli di lavoro sono più rapidi grazie al cambio di velocità a zero millimetri dal contatto lamiera e la gestione della velocità avviene in relazione ai pezzi che vengono lavorati Le fotocellule di sicurezza Lazersafe emettono un fascio di laser continuo che protegge la zona direttamente sotto e intorno alla punta del punzone. Questa protezione così ravvicinata all'area di lavoro permette all'operatore un accesso agevole al punto di operazione, senza compromettere la sua sicurezza. Infatti, non appena viene rilevata un'ostruzione, la macchina si arresta automaticamente. Fotocellule laser per presse piegatrici: errori da non commettere Spesso le cattive abitudini, la non consapevolezza o la sottovalutazione dei rischi, anche da parte di operatori esperti, possono causare danni di vario tipo. Ricordati che eludere i sistemi di sicurezza è un grave errore che compromette la sicurezza dell'operatore. Le fotocellule laser sono dispositivi di sicurezza e, come il resto della piegatrice, è importante pianificare e svolgere una manutenzione costante. In particolare, è consigliato fare una verifica giornaliera del funzionamento e della pulizia delle fotocellule di sicurezza. Le lenti frontali sul proiettore e ricevitore vanno pulite ogniqualvolta noti accumuli di polvere, untuosità, impronte, grasso, macchie o sporcizia in genere. Ora che conosci cosa sono le fotocellule per presse piegatrici e come funzionano, guarda i tutorial sulle fotocellule firmati VICLA.
Una pressa piegatrice moderna è in grado di ridurre il consumo di energia elettrica e migliorare le performance produttive aziendali. Nel corso degli anni, i costruttori di presse piegatrici hanno sviluppato soluzioni diverse con l'obiettivo di migliorare costantemente i loro prodotti. Attraverso lo sviluppo di strumenti, funzionalità e innovazioni tecnologiche, le presse piegatrici per lamiera si sono trasformate da semplici presse meccaniche fino a presse piegatrici con tecnologia ibrida integrata. Recentemente abbiamo progettato due presse piegatrici ibride per un'azienda russa specializzata nella lavorazione di acciaio e leghe per la produzione di soluzioni di arredo di lusso. L'azienda cercava due presse piegatrici con cicli di lavoro elevati e in grado di consumare poca energia rispetto a una piegatrice idraulica convenzionale. Tra i motivi che li hanno convinti a scegliere il modello .SUPERIOR VICLA, ci sono sicuramente l'esigenza di sviluppare molti prototipi e di consegnare le commesse in tempi brevi. Ecco la configurazione scelta: Pressa piegatrice per lamiera ibrida VICLA .SUPERIOR da 50 ton e 2 mt di lunghezza Registro posteriore con asse X-R gestito da CNC Due riscontri supplementari CNC ESA 650 Sistema di bombatura idraulica gestita da CNC Righe ottiche e fotocellule IRIS - LazerSafe Set di punzoni e matrici Pressa piegatrice per lamiera ibrida VICLA .SUPERIOR da 110 ton e 3 mt di lunghezza Registro posteriore con asse X-R gestito da CNC Due riscontri supplementari CNC ESA 650 Sistema di bombatura idraulica dinamica gestita da CNC - Kit Clever Crowning Controllo delle flessioni strutturali - Flex System Fotocellule a righe ottiche a doppio raggio - Lazersafe Sistema di bloccaggio rapido manuale dei punzoni Set di punzoni e matrici
Oggi, come in passato, la sfida più grande da affrontare è cercare sempre di sfruttare al meglio importanti investimenti in tecnologia, puntando su innovazione di processo e di prodotto, per riuscire a rendere la realizzazione di quest’ultimo sempre più competitiva. Alta tecnologia, minimo ingombro, rapido montaggio, operatività immediata: queste sono le caratteristiche vincenti di Officine Loporcaro, azienda pugliese nata nel 1968 e una delle più note aziende costruttrici di impianti e macchine per molini che ha recentemente acquistato una piegatrice per lamiera idraulica VICLA Smart. Nel loro caso, è proprio vero il detto che recita: chi ben semina, ben raccoglie. La continua evoluzione tecnologica, affiancata ad una gestione costantemente orientata all’alta qualità del prodotto, sono le due leve che hanno permesso all’azienda di affermarsi sul mercato nazionale e internazionale. Oggi Officine Loporcaro sas opera a livello internazionale, con importanti clienti in Algeria, Bolivia, Ex-Jugoslavia, Macedonia, Marocco, Messico, Russia, Ucraina e Kazakistan. L'azienda vanta anche importanti brevetti nel campo dell’industria molitoria, tra cui un nuovo sistema di macinazione MDTL, che consente l’installazione dell’impianto molitorio in un solo piano, riducendo al minimo l’ingombro. Come già raccontato nel caso di altre realtà di successo, uno degli aspetti più importanti per rimanere competitivi sul mercato è la costante ricerca di miglioramento dei processi interni, sia dal punto di vista di organizzazione e gestione delle risorse umane, sia dal punto di vista tecnologico. È con questo chiaro orientamento di business che Officine Loporcaro sas ha saputo crescere e conquistare importanti fette di mercato in Italia e all’estero. Recentemente l’azienda ha acquistato una piegatrice idraulica VICLA .SMART da 170 tonnellate e 4100 mm di lunghezza, dotata di software per l’interconnessione 4.0. Come altre volte in passato, anche questo investimento si traduce in una chiara visione strategica che ha l’obiettivo di aumentare della capacità produttiva e accrescere la competitività. Dopo aver vagliato le diverse soluzioni, l’azienda ha scelto la macchina VICLA .SMART, dotata di sostegni per lamiera frontali e cnc videografico a colori. Il plus assoluto di questa macchina consiste nell’interlacciamento 4.0 con il gestionale aziendale attraverso due software forniti da VICLA. Grazie alla tecnologia 4.0 la piegatrice è in grado di immagazzinare e utilizzare enormi quantità di dati per migliorare costantemente la produzione. Inoltre, un particolare software consente di programmare la macchina in ufficio tecnico, con il vantaggio di ridurre notevolmente i fermi macchina e garantire il pieno controllo delle collisioni di piega. L’azienda si ritiene molto soddisfatta del recente acquisto, confermando ancora una volta l’affidabilità e la capacità di VICLA di soddisfare le esigenze di ogni singolo cliente. Supporti frontali per lamiera su guida lineare In commercio esistono varie tipologie di supporti anteriori: dalla versione standard fino a quelli scorrevoli che consentono di regolare altezza, rotazione e scorrimento laterale. La peculiarità dei supporti frontali scorrevoli con guida lineare VICLA risiede nella facilità di posizionamento e nella praticità di utilizzo. Questi supporti sono dotati di una guida lineare che si estende oltre la traversa inferiore; si possono regolare in altezza e inoltre consentono lo scorrimento laterale e la rotazione; infine, grazie a un sistema di aggancio-sgancio pratico, è molto facile montarli e smontarli velocemente. Controllo numerico [CNC] Il controllo numerico (CNC) è il vero cervello della macchina. Rappresenta il dispositivo con cui si interfaccia l’operatore attraverso una programmazione diretta o offline da ufficio tecnico. Molto spesso il CNC consente più modalità di programmazione come, ad esempio, la modalità numerica o la modalità grafica: la prima prevede che l’operatore inserisca i dati concernenti il pezzo da realizzare direttamente nelle caselle apposite; la seconda, più semplice soprattutto per un operatore neofita, prevede l’utilizzo di una grafica bi o tridimensionale che mostra la forma del pezzo finito oltre che la sequenza di piega. Bombatura idraulica non attiva Per compensare l'inevitabile deformazione della struttura dovuta all'incurvarsi della traversa superiore, la piegatrice per lamiera .SMART è dotata di un meccanismo di bombatura automatica idraulica del banco da lavoro. Questo meccanismo sfrutta i cilindri idraulici a corsa corta posti nella traversa inferiore per compensare la deflessione e far sì che il banco venga incurvato verso l'alto, così da mantenere la matrice a una distanza costante dalla traversa. Software 4.0 per l'Industria: Data Logger e Production Manager Una piegatrice 4.0 è una macchina intelligente: è in grado di immagazzinare e utilizzare enormi quantità di dati per migliorare costantemente la produzione. Il CNC è direttamente collegato alla rete aziendale e programmato dall’ufficio: il vantaggio della programmazione da remoto è che riduce notevolmente i fermi macchina e garantisce il pieno controllo delle collisioni di piega. Vantaggi dei software 4.0: creare le commesse da lavorare; visualizzare l’elenco delle commesse da eseguire; registrare un database di tutti gli eventi della macchina (allarmi, statistiche, liste di produzione); vedere in modo ordinato i dati salvati nel database selezionando diversi grafici e intervalli di tempo.
Quando si progettano componenti in lamiera, è fondamentale considerare vari fattori che influenzano la qualità e la funzionalità del prodotto finale. Ad esempio, il fattore k, le tolleranze di piegatura, la scelta dei materiali e la configurazione della pressa piegatrice possono avere un impatto significativo. Se desideri approfondire quest'ultimo aspetto, scopri di più sulle diverse tipologie di piegatrici che esistono sul mercato. Oggi parleremo di fattore K, perché è un elemento fondamentale in piegatura ed è strettamente legato al concetto di ritorno elastico, concetto che puoi approfondire in questo articolo. Il fattore K serve per calcolare lo sviluppo della lamiera. Conoscere la formula del fattore k è un dato fondamentale per piegare correttamente ogni tipo di lamiera, infatti varia a seconda del tipo di materiale da deformare. Che cos'è il fattore k? Il fattore k indica il comportamento del materiale che stiamo piegando e il suo modo di reagire riguardo le tensioni di trazione e compressione applicate; è una costante utilizzata per determinare il punto neutro nella lamiera durante la piegatura. La posizione del punto neutro è essenziale per calcolare la lunghezza di sviluppo della lamiera, ossia la lunghezza della lamiera necessaria per ottenere una forma piegata desiderata. Semplificando, possiamo dire che il fattore K non è altro che il rapporto tra lo spessore della lamiera e l'asse della fibra neutra, ovvero tra t (distanza tra l'interno della piega e il piano neutro) e T (lo spessore del pezzo). Cosa s'intende per piano neutro? Il piano neutro è quella zona ideale che nella fase di piegatura non subisce variazioni e né si accorcia né si allunga; in pratica, non è altro che la linea immaginaria all'interno della lamiera che non subisce né compressione né tensione durante il processo di piegatura. Se vuoi approfondire che cos'è il piano neutro leggi questa guida. A grandi linee, possiamo dire che nella grande maggioranza dei casi, il piano neutro risiede a circa 1/3 dello spessore dall'interno e che, quindi, vale 0,33. Es: uno spessore di 30/10, presenterà un t=1mm, quindi 1/3= 0,33= k Ci sono tuttavia casi in cui la posizione del raggio neutro tende a spostarsi verso il centro, cioè quando il rapporto tra r/T > 1 Dove r è il raggio interno della piegatura e T è lo spessore. Il valore del fattore K dipende quindi dal tipo di materiale utilizzato, dal rapporto tra raggio interno e spessore e, infine, dalla tipologia di piegatura della lamiera (aria, fondo matrice oppure coniatura). Formula per calcolare il fattore k lamiera Esiste una formula per calcolare lo sviluppo della lamiera ed è la seguente: k = log(r/s)x0.5+0.65 È possibile anche utilizzare delle tabelle per l'individuazione del fattore k, come quella di seguito, oppure tabelle con valori scaturiti da prove sperimentali. Tabella fattore k lamiera 0,65>r/t<=1 k=0.3 1 k=0.35 1.5 k=0.4 2.4 k=0.45 3.8 k=0.5 Calcolo fattore k online: il calcolatore VICLA Il tool gratuito di VICLA ti permette di calcolare il fattore K in pochi click. Basta inserire lo spessore e la lunghezza iniziale della lamiera e il raggio interno e il nostro algoritmo farà il resto. Cosa condiziona lo sviluppo della lamiera? Lo sviluppo della lamiera viene condizionato in genere da fattori quali: il materiale, lo spessore e le matrici utilizzate oltre che, in misura minore, dal raggio del punzone. Tutte queste componenti in misura differente agiscono sulla dimensione del raggio interno. La conseguenza naturale è che, più i raggi sono ampi, più lo sviluppo deve essere ridotto, e viceversa. Vediamo ora quali sono i principali fattori che condizionano lo sviluppo della lamiera: 1) Larghezza della matrice Una matrice più larga genera un raggio più ampio rispetto ad una stretta. 2) Tipo di piegatura Un altro aspetto che molto spesso non viene considerato è che a parità di larghezza della matrice, di materiale e di spessore, assistiamo ad una variabilità delle dimensioni del pezzo finito a seconda che la modalità di piega sia in aria o a fondo matrice. Quest'ultima, infatti, genera un raggio più piccolo e necessita, quindi, di sviluppi più lunghi. Discorso particolare va fatto per la coniatura. Essa è l'unica modalità in cui il raggio interno è identico a quello del punzone e in cui lo sviluppo è condizionato interamente dalle dimensioni del raggio del punzone. 3) Raggio del punzone Come già visto, il raggio del punzone in condizioni standard (quindi non con particolari piegature che prevedono l'utilizzo di utensili con raggi molto ampi) dovrebbe assumere un valore di circa 2/3 quello del raggio interno di piegatura. Questo perché, in misura minore, anche questa componente tende a generare differenze sulle quote dei pezzi finiti. Piegare con un raggio del punzone troppo fine su spessori medi, (ad esempio r 0,8 su 50/10 di spessore) oltre a creare dei solchi antiestetici internamente, provoca uno stress del materiale più accentuato e una curvatura innaturale. Fattore k lamiere: come sviluppare una lamiera? Esistono diverse tecniche all'interno di un'officina per l'individuazione degli sviluppi. Ormai si tende a fare affidamento ai numerosi software in commercio, ma non è escluso che le correzioni che vengono immesse derivino ancora da metodi empirici sviluppati internamente dalle imprese. Vediamo ora quali sono alcune strade percorse dagli operatori. Le tabelle esperienziali: si ottengono mediante la rilevazione di compensazioni da immettere negli sviluppi attraverso prove pratiche. Compensazioni: prevedono che vengano aggiunti valori di compensazione corrispondenti ad una percentuale dello spessore alle misure interne delle pieghe . Tabelle DIN: sono tabelle che forniscono dei valori che vanno sottratti dalle misure esterne dei pezzi piegati. Calcoli geometrici: attraverso l'applicazione dei fattori k ottenuti mediante la formula vista precedentemente oppure con i valori esemplificativi della griglia in base a r/t. Forzando il raggio e modificando il fattore k: è un approccio utilizzato dai progettisti e dai disegnatori che utilizzano software di modellazione 3D. Metodo delle percentuali: è un sistema largamente utilizzato. Si semplifica inizialmente il valore del raggio interno della lega in base alla matrice e al materiale e poi si inserisce il fattore k della tabella. Applicazioni del Fattore K nella Lavorazione della Lamiera Il fattore K viene utilizzato in diversi ambiti della lavorazione della lamiera, tra cui: Progettazione CAD: nei software di progettazione assistita da computer (CAD), il fattore K è utilizzato per generare sviluppi precisi delle lamiere piegate. Produzione di componenti: nella produzione di componenti metallici, il fattore K aiuta a garantire che le parti si adattano correttamente senza bisogno di modifiche post-produzione. Costruzione di prototipi: nella fase di prototipazione, il fattore K viene utilizzato per verificare la fattibilità e la precisione delle piegature previste nel progetto. Ora che conosci in modo approfondito che cos'è il fattore k e come si calcola, puoi determinare con esattezza lo sviluppo della lamiera da piegare.
Saper programmare correttamente il ESA CNC GV della tua pressa piegatrice è fondamentale per ottenere un piegato di qualità. In questa serie di video tutorial firmati VICLA ti mostriamo come utilizzare il controllo numerico esautomotion cnc installato sulle nostre presse piegatrici per lamiera. Se sei curioso di sapere cos’è il CNC ESA GV e come funziona, ti consigliamo di continuare la lettura. Cliccando qui trovi invece le istruzioni complete per programmare la matrice, salvarla e inserirla nella libreria. Controlli numerici ESA: cosa sono? Il CNC ESA, o controllo numerico computerizzato ESA GV, è un sistema di controllo utilizzato per coordinare i movimenti di una macchina utensile con lo scopo di far seguire all’utensile traiettorie predefinite sugli assi senza che ci sia l’intervento dell’operatore. Ormai tutte le piegatrici per lamiera moderne sono dotate di CNC che le rendono in grado di realizzare lavorazioni di altissima precisione. Ad esempio, le nostre presse piegatrici per lamiera VICLA arrivano ad una precisione centesimale. Praticamente è un risultato impossibile da percepire a occhio nudo! Quali sono i vantaggi dell'utilizzo del CNC ESA GV? Sono molti i benefici che ottieni dalla programmazione con il controllo numerico sulle nostre piegatrici cnc: Velocità Precisione Ripetibilità Adattabilità Flessibilità Agilità Vediamo ora come è possibile programmare l'inserimento matrice nella libreria seguendo pochi e semplici passaggi. Come Programmare l'inserimento matrice nella libreria Le presse Vicla sono studiate per offrire il massimo in termini di controllo da parte dell’operatore. Questo video tutorial mostra agli appassionati del settore della lavorazione della lamiera come inserire in modo semplice e veloce una matrice nella libreria attraverso la programmazione su CNC Vicla: Occorre innanzitutto selezionare l’icona della lista delle matrici e scegliere tra una “nuova designata” oppure una “matrice predefinita” Supponiamo di volere inserire una matrice attraverso la seconda opzione Ora si impostano i seguenti dati: l’altezza, l’angolo della cava, la misura della V, la distanza tra il centro della V e il lato della matrice, l’altezza della base, il raggio che si rileva dai dati della matrice e, infine, il carico Adesso basterà salvare i dati inseriti e dare un nome alla nostra matrice. Tornando alla libreria sarà possibile in ogni momento ritrovare la matrice salvata con la memorizzazione di tutti i suoi dati Guarda il video tutorial.