Abbiamo iniziato questa serie di approfondimenti sulle casistiche più comuni sulla piegatura della lamiera parlando delle forature parziali, delle preforature con diametro inferiore, dei tagli di sfogo e della riduzione della larghezza della matrice.
Oggi terminiamo l'argomento parlando dei riccioli di sfogo.
In presenza di angoli con scantonature a gradi è molto probabile l’insorgere di un noto inconveniente dal punto di vista estetico. Si tratta delle gocce o riccioli di sfogo che rendono difficili gli accoppiamenti con altri particolari o inestetismi.
Anche in questo caso si può risolvere la problematica con diverse tecniche a seconda dell’utilizzo finale del pezzo, della quantità del lotto e di quali sono gli strumenti a disposizione della produzione.
Taglio di sfogo
Consiste nel prevedere un taglio in corrispondenza della linea di piega che consenta la piegatura del lembo fino all’apice della scantonatura.
Il taglio può essere successivamente ripristinato mediante saldatura oppure lasciato aperto a seconda dell’utilizzo finale del pezzo.
Sicuramente non è una tecnica che si addice agli acciai alto-resistenziali quali, ad esempio, Strenx ed Hardox: la naturale lacerazione che avviene in corrispondenza della fine del taglio è un pericoloso innesco di cricche e rotture.
Così come è possibile preservare con più sicurezza un foro dalla deformazione utilizzando una modalità di piega a fondo cava anziché in aria, è indicato compiere la stessa scelta anche per evitare l’insorgere degli antiestetici riccioli di sfogo.
Proprio per questo motivo le matrici a 88° vengono ancora oggi molto apprezzate dalle realtà specializzate nella lavorazione dell’acciaio inossidabile e che, quindi, necessitano di una finitura estetica di rilievo.
Utilizzare le matrici oscillanti consente di evitare il problema con ottimi risultati estetico-funzionali