Il processo di piegatura spesso rappresenta il “collo di bottiglia” nella filiera produttiva della lavorazione della lamiera. Le difficoltà che le aziende devono affrontare spesso sono legate alla scarsa organizzazione, alla mancata storicizzazione delle problematiche più o meno ricorrenti e alla grande possibilità di errore.
Inoltre, come in tutte le attività che prevedono un ampio bisogno di apporto umano, il continuo insorgere di scelte da parte degli operatori può essere un'arma a doppio taglio.
Se queste scelte non vengono analizzate correttamente, possono portare a inefficienze di diversa natura, tra cui non conformità dei pezzi, sprechi di materiale, errori di valutazione.
Come si può migliorare la gestione dell'intero processo?
Uno degli strumenti più validi e, spesso, più sottovalutati, è la rilevazione periodica, che deve essere fatta a tutti i livelli. Lo scopo è confermare o smentire efficacemente la bontà di una nuova soluzione.
Facciamo un esempio concreto. Mettiamo che tu abbia deciso di misurare la tempistica di realizzazione di una serie ripetitiva di articoli.
Per prima cosa, devi analizzare lo stato attuale e poi partire attaccando gli sprechi presenti in ogni stadio; per lo meno quelli dove è possibile effettuare dei cambiamenti semplici ed immediati. Mantenendo lo stesso ritmo naturale di lavoro, potresti accorgerti facilmente che, se la produzione o la qualità è aumentata dopo un intervallo di tempo di riferimento, la strada intrapresa è quella corretta.
A questo punto, partendo dall’inizio del processo, potresti semplicemente adottare le seguenti linee guida per fare dei miglioramenti. Ovviamente, non abbiamo la pretesa di proporre soluzioni universali, ma piuttosto, vogliamo darti degli spunti di riflessione da tradurre in accorgimenti veloci ed efficaci.
Prima di piegare: l’avvicinamento dei pezzi alla zona di lavoro
Si può migliorare questa fase già a partire dallo scarico dei pezzi tagliati: infatti, suddividendo i pezzi uguali tra di loro e rendendone semplice il prelievo manuale, i piegatori potranno riconoscere immediatamente i codici. Un ulteriore accorgimento che puoi adottare è di suddividere i codici sulla base dell’orientamento in fase di nesting o di eventuale cambio di lastra.
Questa pratica dovrebbe diventare un’abitudine virtuosa, perché contrasta l’insorgere naturale dei fattori di variabilità della lamiera, quali:
- anisotropia;
- differenza di spessore.
Da un punto di vista pratico, è sufficiente riempire scatole differenti in presenza di pezzi di piccole dimensioni, ma tagliati in fogli diversi, o con sensi di laminazione opposti; oppure creare pile separate, in caso di pezzi dalle dimensioni medio/piccole.
In alternativa, in presenza di pezzi che occupano la maggior parte della superficie del pallet, è sufficiente segnalare, nella pila, il cambio di lamiera con un semplice foglio di carta. Una volta composto il pallet con il criterio migliore possibile, individua una zona di scarico riconoscibile da tutti e libera da ogni eventuale impedimento. Conoscendo l’ordine delle consegne, è possibile per gli operatori delle macchine da taglio improntare la sequenza di prelievo dei bancali inseguendo la logica dell’urgenza.
In alcune aziende, soprattutto le più strutturate, possono esserci degli addetti all’ordine della pallettizzazione e all’asservimento delle presse piegatrici. In base alle date di consegna vengono allestiti degli appositi carrelli da portare alla pressa piegatrice predefinita secondo un determinato criterio interno e deciso a monte.
Quando il pallet o il carrello è nei pressi della piegatrice, l’operatore ha il compito di effettuare un breve studio ergonomico che gli consenta di ridurre al minimo gli spostamenti, pur lavorando in perfetta sicurezza.
Per questo, è consigliabile portare gli articoli ad una altezza adeguata per il prelievo e in prossimità dell’area di lavoro.
Un operatore esperto e capace, al giorno d’oggi, è anche colui che cura nei minimi dettagli anche questo fondamentale aspetto apparentemente così slegato dall’esecuzione del pezzo. Eppure, è proprio nella fase di movimentazione, oltre che durante l’attrezzaggio, che si nasconde il maggiore di tempo.
Analisi della produzione: le procedure esecutive
Quasi sempre, quando nelle aziende si stilano i report sulle non conformità subite da parte dei clienti, si scopre che una grande maggioranza di esse deriva da difettosità nate in fase di piegatura.
La piegatura è un processo dove l’apporto umano ha un peso enorme, ed è proprio per questo che si assiste ad una quantità di errori più importante rispetto a tutte le altre fasi. L'operatore, infatti, è chiamato a compiere continuamente delle valutazioni e le possibilità di sbagliare aumentano.
Alcune delle considerazioni che devi fare potrebbero infatti riguardare:
- il contrasto continuo dei fattori di variabilità;
- la necessità di individuare una sequenza di esecuzione;
- la corretta interpretazione dei disegni;
- la lettura di eventuali specifiche.
Se prendiamo spunto da alcune soluzioni provenienti da altri settori e che hanno dato una grossa mano nella riduzione degli errori, scoprirai che è possibile attuare dei miglioramenti tangibili anche nei reparti di piegatura della lamiera. Pensa al settore chirurgico o dell’aviazione civile, in cui la stipulazione di procedure di azione ha letteralmente creato una rivoluzione virtuosa.
Chiaramente, non è possibile a priori eliminare l’errore umano, ma grazie alle procedure, puoi comprendere esattamente dove ci sia stata una leggerezza o una incomprensione, con il grande vantaggio di poter migliorare continuamente il sistema e puntare alla perfezione.
Creare delle procedure per la piegatura, quindi, è senz’altro il metodo più semplice ed applicabile per abbattere il problema delle non conformità.
La Checklist del piegatore
Vediamo ora quali sono le 7 procedure che puoi implementare e migliorare da subito il tuo reparto di piegatura.
1) L’operatore è responsabile di una non conformità anche quando non è direttamente dipesa da lui
Se un articolo è accompagnato da un disegno poco chiaro, non completo, fuorviante oppure con rappresentazioni incongruenti, non va lavorato, anzi! È necessario non solo che l’operatore se ne accorga, ma che segnali la problematica riscontrata.
Casi molto frequenti sono:
- proiezioni ortogonali con viste errate;
- segnalazioni assenti sul lato rifinito (ad esempio se la satinatura è esterna o interna in un pezzo simmetrico);
- filettature e svasature non riportate;
- quote mancanti;
- tolleranze non rispettabili.
L’approccio consigliato è quello di cercare l’errore nel disegno. In questo modo l’operatore è costretto a studiare il pezzo e a prendere familiarità con la forma che dovrà avere una volta concluso; oltre a ciò, potrà rendersi conto senza fatica di quali sono le specifiche e le caratteristiche del pezzo.
2) Il confronto tra disegno e pezzo da lavorare
Nella moltitudine di codici, è possibile incontrare casi in cui pezzi estremamente simili hanno in realtà lavorazioni differenti. I progettisti, solitamente, concentrano maggiormente la propria attenzione nei confronti della funzionalità del prodotto realizzato, più che nella semplicità di realizzazione dello stesso.
È quindi facile trovare codici di pezzi simmetrici che differiscono esclusivamente per piccoli dettagli riscontrabili solo con un esame approfondito. Prima di iniziare a lavorare con la piegatrice, quindi, assicurati di lavorare con il profilo corretto.
3) La programmazione e il richiamo dell’articolo dal CNC
Una delle abitudini più diffuse è di programmare ogni volta la pressa piegatrice indipendentemente dalla frequenza con cui viene lavorato un pezzo.
Si preferisce, cioè, individuare la sequenza e inserire i dati nel controllo numerico, anziché richiamare un programma già memorizzato in precedenza. Perché si tratta di una pratica controproducente?
In passato, le presse piegatrici di vecchia costruzione non disponevano di molto spazio nella memoria dei controlli numerici e l’archiviazione rappresentava un vero e proprio problema, a cui si aggiungeva anche la mancanza di caratteri sufficienti per poter nominare un codice nella sua completezza. Oggigiorno il problema non esiste più e dovresti salvare tutti i programmi sul controllo numerico.
Richiamarne uno dalla memoria interna sarà sempre più rapido che dover riprogrammare da zero qualsiasi pezzo, anche il più semplice.
4 L'attrezzaggio della piegatrice
Per quanto possa sembrare banale, gli utensili devono necessariamente essere contraddistinti in maniera univoca da tutti gli operatori di tutti i reparti.
Per comodità, ti consigliamo di adottare un nome che rispecchi il codice stampigliato sui punzoni o sulle matrici. Molto spesso, capita che gli stessi utensili vengano chiamati diversamente su presse differenti nello stesso reparto, generando una confusione inutile.
Quale regola seguire per nominare gli utensili?
Alcuni costruttori di utensili adottano per i propri prodotti dei codici “parlanti”, cioè nomi che sintetizzano le caratteristiche geometriche; in questo modo, gli utensili diventano immediatamente riconoscibili.
Ad esempio, nel caso di una matrice, potresti inserire la sua larghezza nominale V, l’ampiezza dell’angolo della V, i raggi degli spigoli e l’altezza.
Se si trattasse di un punzone, invece, oltre alla sagoma, potresti indicare il raggio di punta, l’angolo del vertice e l’altezza utile.
Dopo aver rinominato correttamente tutti gli utensili con il metodo che ti abbiamo suggerito, assicurati che la stessa nomenclatura sia presente all'interno del controllo numerico in un programma nuovo e nel programma richiamato dalla memoria. Anche le stazioni installate (i frazionati di utensile montati a distanze ben specifiche sul banco della pressa) devono essere le stesse del programma eventualmente richiamato.
5 Esecuzione e piegatura: il controllo degli angoli e la misura delle pieghe
La piegatura della lamiera è una delle fasi più delicate, perché l’operatore deve mantenere la massima concentrazione per la riuscita del pezzo e per la propria sicurezza; inoltre, al momento dell'esecuzione, l'operatore ha il compito importante di effettuare il primo controllo di qualità del profilo lavorato.
Parlandi di angoli, misura delle pieghe e sistemi di controllo, verifica se ci sono degli scostamenti tra le quote del disegno e quelle reali.
Nell’ordine di una piega vanno controllati:
- la misura dell’angolo in gradi con l’ausilio di un goniometro;
- la misura della lunghezza del lembo con un calibro.
6 Gli strumenti di misura e controllo
Ovviamente, a seconda del tipo di lavoro che viene svolto dall’azienda e dalle sue specificità, possono esserci alcune differenze nel tipo di strumenti di misura.
Nell’ambito della carpenteria leggera, dove è richiesta una precisione medio-elevata, ti consigliamo di dotare il tuo reparto di piegatura di calibri digitali centesimali e goniometri digitali.
Nell’ambito della carpenteria pesante, invece, dove i gradi finitura e tolleranza sono più grossolani, è più indicato l’utilizzo di calibri di grandi dimensioni, metri e goniometri analogici o, in alternativa, di livelle elettroniche. In particolare, queste ultime rappresentano una soluzione molto vantaggiosa in quanto consentono di compiere delle misurazioni mantenendo i pezzi di grande dimensione in macchina e compiendo un confronto tra l’inclinazione di un lato piegato e l’altro.
La quantità di controlli dimensionali e la correttezza esecutiva devono essere effettuati in base a:
- quantità dei pezzi da produrre;
- qualità richiesta dei pezzi da produrre (spesso comprensibile grazie alle tolleranze dimensionali specificate sul disegno tecnico);
- qualità della lamiera lavorata.
7 Salvataggio ed eventuali modifiche del programma
La regola d'oro, già ripetuta prima, è di salvare ogni volta il programma. Quali sono le soluzioni più efficaci per nominare correttamente i programmi?
Sicuramente il consiglio è quello di nominare i programmi con i codici prodotto rilevabili nel cartiglio del disegno.
Conclusioni
Tutti i cambiamenti volti al miglioramento devono essere applicati gradualmente, in modo da testare l’efficacia e poter effettuare gli interventi correttivi dovuti.
È fondamentale l’apporto diretto dei lavoratori, perché sono loro che conoscono maggiormente le aree critiche e dove si può intervenire.
In molte aziende si teme di sconvolgere le abitudini ormai assodate, conosciute e condivise da tutto il personale, nonostante si possano applicare miglioramenti notevoli.
Se si vuole attuare un cambiamento migliorativo, è bene adottare la filosofia che prevede “un risultato non perfetto ma subito” senza scoraggiarsi di fronte alla mole di lavoro da fare.
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